Storia di Livigno 

 

Storia di Livigno

Da una cronista dell’epoca si apprende che già nel ‘600 esistevano in Livigno più di cento “casolari sparpagliati, ove ogni famiglia mena una vita a sè”.

Fino allo sviluppo di massa del fenomeno turisti degli anni ’60, con la conseguente massiccia e vistosa trasformazione di tutta la valle, i ritmi della vita locale erano segnati esclusivamente dall’allevamento del bestiame, le cui esigenze condizionavano la stessa logica dell’insediamento.

Le baite permanenti (tipica casa a Livigno) sorgevano, infatti, al centro dei “prati di casa”, necessariamente piuttosto estesi, e ad esse corrispondeva una serie di localizzazioni minori, a varie quote, per gli spostamenti del bestiame secondo l’esaurirsi  del pascolo e il mutare delle stagioni, nella lotta permanente con un ambiente ostile, condannato all’isolamento da un lunghissimo inverno.



La quiete di Livigno, che durava da secoli, fu gravemente turbata per la prima volta al tempo delle guerre per la Valtellina. Per due volte infatti nel settembre del 1620 e nell’ottobre dell’anno successivo, i Grigioni, provenienti dall’Engadina attraverso il passo di Cassana e la Valle di Federia, tentarono di riconquistare la provincia insorta e fecero non pochi danni nel loro passaggio.

Il paese divenne nuovamente teatro di guerra nel giugno del 1635 quando il duca di Rohan, durante la sua spedizione in Valtellina, riportò a Livigno la prima delle sue vittorie sulle truppe imperiali del Fernamont.



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